Sunday, April 25, 2010

Confusione e Liberazione


Come ogni anno è cominciata la gara a chi trova la definizione più paracula per far diventare il 25 aprile "la festa di tutti gli italiani". Questa è un'altra storia della resistenza in cui gli italiani protagonisti non sono tutti d'accordo sul fatto di voler essere liberati.

All’inizio del 1944 molti giovani di Tolentino che si erano sottratti alla leva vanno in montagna e si sistemano tra Montalto e Vestignano. Si tratta di un gruppo in formazione, costituito prevalentemente da giovani provenienti da un ambiente cattolico, i cui ultimi componenti, tutti diciottenni, si aggiungono verso la fine di febbraio. Il loro obiettivo è costituire una banda autonoma, ma non hanno nulla, né armi né mezzi di sostentamento. Il gruppo viene assegnato al tenente Achille Barilatti, il cui nome di battaglia è Gilberto Della Valle, il quale fa sapere agli alleati la loro situazione tramite la radiotrasmittente. Ma il fallimento del lancio di rifornimento da parte degli alleati, previsto per la notte del 19 marzo, li lascia di fatto disarmati. Hanno solo un moschetto, tre fucili 91, una decina di bombe a mano e qualche pistola.
Il 22 marzo del 1944 a Montalto tedeschi e fascisti, appartenenti al al Btg. “M” e “IX Settembre”, danno inizio al rastrellamento programmato, accerchiano i giovani che, non avendo armi, non possono opporre resistenza. Quattro riescono a fuggire verso Vestignano, 26 sono catturati e uccisi nella tarda mattinata, a gruppi di quattro, ai margini della strada, e buttati nel burrone; uno di loro, colpito non mortalmente, rimane sotto il mucchio dei suoi compagni; gli ultimi cinque sono risparmiati per l’intervento di un ufficiale tedesco e condotti via insieme al tenente Achille Barilatti che, arrestato, è portato al comando repubblichino d iMuccia per essere interrogato. Il giorno dopo viene fucilato di fronte al muro del cimitero.

Elvio Verdenelli, uno dei cinque che viene risparmiato dalla fucilazione, così ricorda il tragico giorno:
Verso le 9.30 eravamo tutti allineati lungo la strada. Un fascista tolse i miei guanti dalle tasche e nel far questo un giornaletto clandestino “Il Combattente” cadde per terra. Cercai di coprirlo con un piede. Il brigatista nero se ne accorse, lo raccolse e lesse qualche riga, poi lo mostrò ai suoi camerati. Botte ed insulti non si contarono per noi. Il plotone era formato da tre fascisti e due tedeschi. Fra i fascisti ce n’era uno( ) molto giovane che ogni tanto diceva a uno dei tedeschi:”Tu poco bravo a sparare. Io colpire alla faccia e tu invece no!”. Il penultimo gruppetto era davanti al plotone di esecuzione, poi sarebbe toccato a me e agli altri rimasti. Il ten. Tedesco (che si chiamava Fisch) proveniente da Vestignano dove aveva diretto il rastrellamento, comandò da un centinaio di metri di distanza da noi, di smettere mentre partivano le scariche. Ci fu un attimo di sospensione, poi i mitra seguitarono la loro opera di morte. Mi pare di vedere ancora il volto attonito di Perugini Spartaco che per un istante aveva creduto di poter aver salva la vita. Il Ten. Tedesco giunse frattanto fra noi e Muscolini Marcello, fuori di sé, con la forza della disperazione implorò la nostra salvezza. Ma anche noi eravamo in uno stato di delirio e non so che cosa dicemmo. L’ufficiale straniero rimase scosso e dette ordine allora di non fucilare più nessuno, mentre i fascisti stavano tentando di metterci in fila per completare il massacro. Insieme a me ebbero risparmiata la vita Marcello Muscolini, Aroldo Ragioni, Alberto Pretesi e Carlo Manente.”
Verso le 11 se ne vanno i quattro autocarri e la nera 1100, dove era seduto il giovane partigiano di Tolentino arrestato a Caldarola il 19 marzo che aveva ceduto sotto gli interrogatori dei nazifascisti e che ora era stato costretto a guardare la fucilazione dei compagni. Così come spettatori obbligati sono Don Antonio Salvatori, che scongiura di uccidere tanti giovani innocenti, e Achille Barilatti che almeno a sparare non siano gli italiani ma i tedeschi. Barilatti offre la sua vita in cambio di quella dei giovani, ma viene condotto a Muccia e fucilato il giorno successivo. I 26 cadaveri sono buttati ai piedi della scarpate nelle pose più raccapriccianti, in mezzo alla neve rossa di sangue e agli oggetti sparsi: sciarpe, zoccoli, cinghie, cappelli. Il giorno successivo una macchina di tedeschi, allegri e sorridenti, arriva sul posto per scattare foto. I corpi sono frettolosamente sepolti nel cimitero di Montalto. Solo il 24 settembre i Martiri di Montalto sono riportati a Tolentino in mezzo ad una folla commossa e al cordoglio di tutta la città.

(preso paro paro da www.itineraridellamemoria.it)

Tuesday, April 20, 2010

Quei bravi ragazzi

Ieri Gianluca Neri e oggi Luca Sofri, hanno dato vita a due iniziative editoriali online, rispettivamente blognation.it e ilpost.it, che intendono di arricchire, in maniera differente fra loro, l'offerta di informazione libera, pensandola e realizzandola, però, direttamente per la rete.
Qui si ha una grande stima per i due ragazzi e per quello che hanno fatto nel corso degli anni e quindi non si può che accogliere con entusiasmo anche queste iniziative e fargli i migliori auguri.

Sunday, April 4, 2010

Friday, March 26, 2010

Thursday, March 25, 2010

Sunday, March 21, 2010

Un miracolo italiano

Se vince le regionali sconfiggerà il cancro, se gli faranno fare il presidenzialismo, una volta al Quirinale, risusciterà i morti.

Tuesday, March 2, 2010

Il popolo delle coerenze

Quelli che prima: "Bene l'aumento delle insufficienze per il 5 in condotta. In questo paese serve più serietà."
Più o meno gli stessi poco dopo: "Ma come siete rigidi. S'era scordato 'na cosa a casa e s'é fermato pe' strada a magnà 'n panino".
Oppure, più a nord: "E che volete che siano 500 firme".

Il bugiardino di Minzolini (consigli per l'uso di presunti sinonimi)

Questo farmaco può essere somministrato solo dietro assoluzione del medico.

Sunday, February 14, 2010

La questione molare

Gli italiani hanno sempre avuto dei gran mal di denti. Mal di denti fortissimi causati non dalla carie, ma dalle bastonate nei denti che l'invasore, il tiranno, il dittatore, il governante, l'uomo della provvidenza di turno, nonché i loro insostituibili uomini di fiducia, hanno piazzato con precisione millimetrica . I dolori ai denti erano così forti e insopportabili che molti italiani, appena la storia ha concesso alla maggioranza di loro una discreta tranquillità economica, ha deciso di devitalizzarli. Questa decisione, pur non risolvendo il problema delle bastonate nei denti, ha risolto quello del dolore. Sono così soddisfatti di questa operazione che oggi quando prendono una bastonata nei denti, non solo non sentono dolore, ma si meravigliano di quei pochi che si lamentano. E non riescono a capire nemmeno l'accanimento dei giudici verso questi bastonatori che a loro non provocano più alcun dolore.

p.s. Ho usato la metafora delle bastonate nei denti perché mi faceva gioco per il titolo del post. Forse la metafora giusta era un'altra.

Sunday, January 31, 2010

iSpoon River


Io non sono affatto contrario ad iMussolini, l'applicazione per iPhone dedicata alla memoria del Duce. Anzi non vedo l'ora che esca iBerlusconi.

Thursday, January 28, 2010

the catcher in the rye


New York , 1 gennaio 1919 - Cornish, 28 gennaio 2010

Monday, January 25, 2010

Guido io


E alla fine, come in ogni tragedia che si rispetti, arriva il Deus ex machina, che calato dall'alto con corde ed argano, rimette a posto ogni cosa.
Ad Haiti dopo il terremoto è arrivato lui che appena posa il piede a terra rimette tutti a posto. Peccato che i protagonisti della tragedia non siano così disposti a subire le sue reprimenda come previsto dai canoni classici. E nemmeno i manovratori dell'argano son così felici delle sue illuminate sentenze.

Wednesday, January 20, 2010

Era meglio quando era peggio


Con l'articolo apparso su Repubblica di ieri, "Maoisti digitali", anche Federico Rampini ha rotto gli indugi e si è schierato decisamente con i Riotta boys, quel gruppo di impavidi che ha deciso di scagliarsi a mani nude contro il "Web 2.0" al grido di "Signora mia non c'è più meritocrazia".
Secondo me devono sentirsi come gli addetti alla raccolta del letame che vedevano i tram a cavallo sostituiti da quelli elettrici.

Saturday, January 9, 2010

Se uno il coraggio non ce l'ha, non se lo può dare.


Non fanno solo i lavori che gli italiani non vogliono più fare, fanno anche quello che gli italiani non sono in grado di fare.
A Rosarno i negri, come li chiama Feltri anche quando hanno ragione,
non solo raccolgono i pomodori per 20 euro al giorno, ci danno pure una lezione,la quarta (Villa Literno nel 1989, Castelvolturno nel 2008 e le due di Rosarno), su come si combattono le ingiustizie, specialmente quelle delle mafie, a dispetto del Don Abbondio che sta al Viminale.
E' stato calcolato che saranno loro a pagare le noste pensioni, nel frattempo combattono per i nostri diritti.